Storia di Scarperia e la tradizione dei ferri taglienti

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Fondata per volere della Repubblica fiorentina il 7 settembre 1306 nasce con il nome di Castel San Barnaba per poi diventare Scarperia data la sua posizione alla scarpata dell’appennino. Già dal ‘400 e più ancora nel ‘500 si sviluppano attività artigianali per la produzione di utensili agricoli e coltelli.
La lavorazione e la vendita di coltelli e dei ferri taglienti diventa ben presto la maggior attività produttiva del paese che resta per molti anni l’unico crocevia tra Firenze e Bologna. Risale al 1539 “lo statuto dei coltellinai” steso per regolamentare la produzione, la vendita, le norme alle quali dovevano attenersi tutti gli artigiani, dai materiali da impiegare ai rapporti dei maestri con gli altri lavoranti. Risale al 1874 la fondazione della “società cooperativa dei ferri taglienti”. In questo periodo l’artigianato della coltelleria vive un particolare momento di fortuna ed espansione. Continua negli anni successivi un maggior sviluppo produttivo e commerciale fino al 1908, anno della Legge Giolitti, che infligge un duro colpo all’economia di Scarperia.
La legge vieta e limita drasticamente la misura delle lame e dei coltelli serramanico che non possono più essere portati liberamente. Questa restrizione e lo scoppio della seconda guerra mondiale mettono a dura prova la vita di Scarperia, gran parte delle botteghe sono costrette a chiudere anche se nel frattempo avevano concentrato la loro produzione nella reinterpretazione di modelli locali e regionali più tradizionalmente usati in tutta Italia e nelle isole.

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